Banner fai da te, non è poi così difficile!

Tutti noi sappiamo cosa sono i banner, ne siamo immersi ogni qualvolta utilizziamo Internet. Non li ho mai presi in grande considerazione ma in quest'ultima settimana sono diventati il mio "chiodo fisso", sostanzialmente per due motivi: sono andato a fare un colloquio presso un'organizzazione non profit e tra le competenze che cercavano, oltre al web marketing, vi era anche la capacità di saper creare e gestire un banner. Casualmente poi qualche giorno fa, dopo aver partecipato alla campagna online di Medici Senza Frontiere "Io Senza Frontiere" (segnalata da Francesco nel suo blog), ho ricevuto una mail da Msf in cui si chiedeva la mia eventuale disponibilità a pubblicizzare l'iniziativi attraverso i social network e la pubblicazione di un banner su un proprio sito, blog ecc.
Dopo una settimana di ricerche sul web, prove e riprove, intoppi ed ostacoli, sono riuscito a creare un discreto banner e soprattutto a scoprire che le competenze necessarie per farlo non sono poi così irraggiungibili. Per questo motivo ho deciso di condividere con voi parte di quello che ho appreso in questa settimana.

Che cosa è un banner?

Con banner si intende l'abbreviazione di web banner o banner advertising. In concreto è un elemento solitamente di forma rettangolare contenente immagini, suoni, pulsanti e link.

tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/Banner
Per quanto riguarda le dimensioni, l'Interactive Advertising Bureau (IAB) ha stabilito degli standard. Sono state individuate tre macro tipologie:  rettangoli e pop-ups, banner e bottoni, grattacieli. Ognuna è poi declinata in varie dimensioni possibili.
I banner possono poi essere classificati in due diverse classi: banner statici e banner interattivi. La discriminante consiste nella possibilità di interazione dell'utente. Nel secondo caso solitamente cliccandoci sopra l'utente viene indirizzato verso una specifica pagina web. Ovviamente la maggior parte dei banner presenti oggi sul web sono di quest'ultimo tipo.
Un altra possibile classificazione riguarda la modalità in cui viene presentato il contenuto: il primo esempio è un banner statico mentre il secondo è dinamico.

Amnesty International - stop violence against women
Oxfam banner

Per quanto riguarda il tipo di file, solitamente possono essere di due tipi: gif animate (.gif) oppure animazioni in flash (.swf). Per quanto riguarda il primo non ci sono problemi di compatibilità con nessun browser. Nel secondo caso per poterli visualizzare è necessario aver installato l'applicazione Adobe Flash Player (scaricabile gratuitamente da internet e solitamente già presente in quasi tutti i computer).

Come realizzarli "in casa"

Come ho già accennato, ho scoperto che con un po' di ingegno si possono realizzare dei buoni banner abbastanza facilmente e velocemente anche "in casa" con software facilmente reperibili.
Prima però di passare alla fase di realizzazione concreata, è fondamentale realizzare un progetto strategico. In esso dovranno essere analizzati: gli obiettivi generali della campagna, gli obiettivi strategici, gli obiettivi operativi, i target, gli altri strumenti utilizzati, la declinazione del messaggio e le possibili declinazioni grafiche ecc. Quando si progetta un banner, ma non solo, bisogna ricordarsi che:
  • prima di tutto è uno dei tanti strumenti per veicolare una campagna e conseguentemente deve essere in sintonia e coordinato con gli altri;
  • non bisogna mai andare oltre quelle che sono le reali necessità e limiti propri;
  • un banner deve essere accattivante, originale, adattabile a diversi contesti ed efficace.
Passiamo ora alla fase di creazione concreta, una volta che abbiamo le idee ben chiare. Ho individuato tre possibili soluzioni a portata di mano:
  • software di elaborazione grafica (ad esempio Adobe Photoshop): il banner è semplicemente un'immagine e quindi qualsiasi elaboratore di immagini ci permette di crearne uno. Ovviamente nella maggior parte dei casi rientrerà tra quelli statici anche se alcuni software permettono di effettuare delle animazioni all'interno della stessa immagine, ottenendo così delle gif animate;
  • software di creazione file in Flash (Adobe Flash è il principale): in questo caso si aprono vasti orizzonti di creatività, soprattutto per quanto riguarda i banner dinamici ed interattivi. Adobe Flash richiede un po' più di dimestichezza ma in internet si possono trovare moltissimi tutorial facili ed esaustivi (uno delle conoscenze fondamentali per fare delle animazioni riguarda la gestione delle interpolazioni di movimento e forma. Su YouTube ci sono alcuni video molto istruttivi e semplici sull'argomento). Inoltre volendo si possono aggiungere molte altre funzionalità attraverso comandi in ActionScript (richiedono maggiore preparazione ma non sono fondamentali per fare un buon banner);
  • Internet: in internet ci sono numerosi siti che offrono la possibilità di creare un banner gratuito direttamente on-line. Basta fare una semplice ricerca su un qualsiasi motore di ricerca per trovarli. Ovviamente in questo caso le possibilità di personalizzazione del banner sono vincolate a dei limiti pre-impostati derivanti dalle caratteristiche del sito che offre il servizio. 
Come si fa a renderlo incorporabile in qualsiasi pagina web?

Una volta realizzato il banner e avendo a disposizione i relativi file, è necessario caricarli su un server on-line in modo da renderli accessibili a chiunque. In linea di principio qualsiasi organizzazione potrebbe caricarli nello stesso server in cui è posizionato il proprio sito internet. In alternativa esistono dei servizi on-line, anche gratuiti, che offrono questa possibilità.
Una volta che il/i file sono disponibili on-line l'organizzazione deve rendere pubblico il codice di incorporamento. Se il banner è costituito da una gif il codice sarà di questo tipo:

<a href:="http://www.sito_a_cui_si_vuole_rimandare.it"><img alt="nome alternativo banner" border="0" src="http://www.riferimento_a_dove_è_caricato_il_file_del_banner.it/file.gif">
</a>

Se invece è un file in Flash allora il codice è un po' più complesso è sarà di questo tipo (con diversi possibili parametri da impostare a piacere):

<object height="90" width="728"><param name="movie" value="http://www.riferiemento_a_dove_è_caricato_file_banner.it/file.swf"> 
</param> <embed src="http://riferiemento_a_dove_è_caricato_file_banner.it/file.swf" type="application/x-shockwave-flash" width="728" height="90"></embed></object>

Come faccio a monitorare i click al banner?

Anche in questo caso le possibilità sono numerose e dipendono sostanzialmente dal vostro grado di conoscenza dei linguaggi di programmazione per il web. Ci sono però delle soluzioni molto semplici che sono alla portata di tutti. Il tutto ruota attorno al link di collegamento inserito nel banner.
Una prima soluzione è di sostituire il link con uno generato dallo shorter bit.ly. In questo modo ogni volta che l'utente farà click sul banner verrà indirizzato alla pagina desiderata passando attraverso bit.ly. Quest'ultimo genererà un report per ogni link abbreviato. Questa soluzione è molto banale e ovviamente presenta anche delle criticità: le statistiche sono poco dettagliate, sono di pubblico dominio (basta aggiungere un "+" alla fine dell'indirizzo abbreviato) ed inoltre va considerata la possibile diffidenza del navigatore nei confronti di un link "non tradizionale".
Un altro gruppo di soluzioni è legata allo strumento utilizzato per monitorare le statistiche di navigazione del proprio sito. In questo caso bisognerà individuare, se esiste, la possibilità di poter filtrare gli utenti in entrata sulla base di alcuni codici contenuti nel link di collegamento esterno. Uno dei maggiori strumenti di analisi della navigazione sui siti, tra l'altro gratuito, è Google Analytics. Una volta configurato nel nostro sito, attraverso una speciale procedura di codifica del link che inseriremo nel banner, Google Analytics sarà in grado di filtrare gli utenti in entrata e raggrupparli per ogni specifica campagna. Per ogni gruppo poi fornirà numerose ed approfondite analisi statistiche.

Ma quali sono i vantaggi di creare un proprio banner?

Come abbiamo potuto vedere non è difficile creare un proprio banner, ci vuole solo un po' di ingegno, volontà e creatività. Ovviamente i banner rappresentano uno dei tanti possibili strumenti di comunicazione che un'organizzazione non profit può utilizzare per diffondere le proprie campagne e i propri messaggi. I possibili vantaggi sono molteplici:
  • tutto il processo di creazione costa pochissimo, quasi zero;
  • non servono grandi conoscenze informatiche;
  • permette di ottenere spazi in cui veicolare il proprio messaggio gratuitamente su siti web e blog, sfruttando così il traffico da loro generato;
  • permette di diffondere la propria campagna a 360º oppure di concentrasi solo su specifici target;
  • rappresenta uno strumento di comunicazione innovativo e con ampi spazi di creatività.
  Dall'altro ci sono anche degli aspetti negati e delle accortezze da tenere in considerazione:
  • il banner deve fronteggiare una forte concorrenza nella fruizione;
  • deve attirare l'attenzione dell'utente e veicolare il messaggio in pochissimi secondi (solitamente l'internauta, ben che vada, dedica solo uno sguardo rapido a questi elementi di una pagina web);
  • non deve essere troppo invasiva, non deve infastidire l'utente e soprattutto non deve essere bloccata dai filtri anti pop-up di alcuni broswer;
  • deve essere integrata e coordinata con tutti gli strumenti di comunicazione dell'organizzazione.
Come si può vedere l'argomento è molto interessante e se si da uno sguardo a ciò che concretamente fanno le organizzazioni non profit si possono trovare tanti spunti interessanti. Per questo motivo mi era venuta l'idea di creare una pagina all'interno del blog in cui raccogliere parte dei banner realizzati dalle onp, italiane ed internazionali. Se ne avete qualcuno da suggerire affrettatevi a farlo (potete mandare anche una e-mail). Se invece avete qualche curiosità che non ho soddisfatto in questo post o avete un'esperienza da raccontare lasciate un commento!

3 Response to "Banner fai da te, non è poi così difficile!"

  1. Riccardo Friede 17 ottobre 2010 alle ore 17:26
    Ciao Matteo, bel post e ottima l'idea di raccolgere i banner in uno spazio dedicato, che potenzialmente potrebbe diventare qualcosa di simile a mailing.fundraising.it, risorsa utilissima e ricercata... ricordo che Francesco Santini da qualche parte in www.internet-fundraising.it scriveva di circa 1000 visite/mese!

    Mi é nata poi una curiosità. Pensiamo ai banner diffusi per la rete in occasione di catastrofi come "Emergenza Haiti": si trovano davvero con facilità, dai blog personali ai siti delle grandi testate giornalistiche. Che tu sappia esistono dati rispetto al webmarketing in situazioni di crisi? Sarebbe interessante capire quanto la diffusione dei banner in questi casi é aiutata dalla pura e semplice solidarietà, e quanto invece sia spinta dalla compravendita di spazi.

    Insomma: il web in queste occasioni é davvero solidale e attivista come sembra o sotto c'è anche dell'ottimo marketing?
  2. Davide 17 ottobre 2010 alle ore 23:37
    Grazie Riccardo per il commento molto interessante (solo una piccola precisazione, il mio nome è Davide ^_^)

    L'idea di base era proprio quella di creare un qualcosa di simile all'ottimo mailing.fundrasing.it, ovviamente in maniera più semplice e "fai da te" (per restare in argomento con il post).

    Per quanto riguarda il webmarketing in situazioni di crisi non ho a disposizione nessuna analisi, ma dato che hai stimolato anche la mia curiosità, cercherò di scandagliare un po' internet alla ricerca di qualche eventuale studio. Sicuramente alla base ci sono strategie di marketing ben pianificate anche se immagino che in queste situazioni i possibili risultati siano imprevedibili.

    La compravendita di spazi è sicuramente uno buon business di internet, anche se mi auguro che in situazioni di crisi gli spazi siano messi a disposizione gratuitamente oppure senza logiche di compenso legate al click-through rate. Almeno lo spero anche se non ci metterei la mano sul fuoco.

    Sarebbe quindi interessante raccogliere delle opinioni da parte di persone che in qualche modo lavorano in questo settore di internet...
  3. Riccardo Friede 18 ottobre 2010 alle ore 17:31
    Ti ringrazio della risposta e mi scuso per la confusione sul nome (stavo pensando a un amico che si chiama davvero Matteo Moro!)... a presto e vediamo se si trova qualche dato al riguardo!

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