Neanche l'avessi sentito, solo qualche settimana fa, avevo pubblicato una
breve analisi sui dati del 5 x mille fino al 2008, con l'obiettivo di individuare i trend e poter impostare le nostre prossime campagne in modo più accorto.
Questo strumento è sicuramente fondo di ottime entrate (almeno per una buona parte delle organizzazioni ammesse) ma è legato a molteplici problematicità che potrebbero, anzi dovrebbero, essere superate:
- vi è una forte discrepanza tra il momento in cui si fa la campagna e il momento in cui si possono valutare i risultati. Ciò fa si che di anno in anno si possano solamente fare delle modifiche sulla base di previsione/sensazioni personali, rendendo tutto il processo di valutazione inutile;
- è uno strumento fortemente instabile in quanto soggetto a regolamentazione e inserimento legislativo annuale da parte del legislatore, e mai come quest'anno ne abbiamo tastato con mano l'instabilità e aleatorietà;
- non permette all'organizzazione di conoscere chi ha donato il 5 x mille, impedendo di acquisirlo nel database, ringraziarlo, tenerlo informato/coinvolto e risollecitarlo.
Allo stesso tempo però i pochi dati che l'Agenzia delle Entrate mette a disposizione ci consentono di fare delle riflessioni interessanti.
Siccome riportare in questo post tutte le tabelle di analisi sarebbe impossibile, ho deciso di mettere a disposizione un file in excel con tutti i dati riqualificati e il lavoro di approfondimento che ho svolto (scaricabarile da
qui). Per completezza dell'analisi di seguito ho ripreso le riflessioni fatte nel post precedente e integrate nel nuovo quadro con i dati del 2009.
Ripartizione percentuale degli importi rispetto le categorie e fondo diretto/fondo comune
Circa i 2/3 degli importi del 5 x mille vengono assorbiti ogni anno dalla prima categoria (quella impropriamente indicata come enti di volontariato), per un controvalore di circa 268 milioni di euro. Tale dato dipende sicuramente dal maggior numero di organizzazioni che vi partecipano.
Per quanto riguarda gli enti di ricerca scientifica e sanitaria, la rispettiva percentuale si attesta attorno al 15%, senza aver mai registrato nei quattro anni significative variazioni.
Per quanto riguarda invece le ultime due, il loro peso è nettamente inferiore (nell'ultimo anno non hanno superato il 5% totale).
Molto più interessante è vedere come all'interno delle diverse categorie gli importi siano ripartiti tra il fondo diretto e il fondo comune (considerando solo l'anno 2009 mentre le variazioni saranno analizzate successivamente):
- enti di volontariato: la situazione è netta, il 90% deriva dal fondo diretto;
- enti di ricerca scientifica e universitaria: la distinzione è meno netta, anche se si sta consolidando nel tempo (63% a favore del fondo diretto);
- enti di ricerca sanitaria: la situazione è in rapida evoluzione (nel 2009 si è fermata al 51% a favore del fondo diretto);
- associazioni sportive dilettantistiche: 72% a favore del fondo diretto;
- Comuni: per questa categoria è previsto solo un riparto diretto perché il Comune è quello di rifermento del contribuente.
Ripartizione percentuale firme rispetto le categorie e fondo diretto/fondo comune
Ovviamente il trend è lo stesso degli importi, cioè nelle prime due prevalgono nettamente le firme + cf mentre nella ricerca sanitaria prevalgono le semplici firme senza cf. Confrontandoli però si scopre una cosa molto interessante: in quasi tutte le categorie la percentuale delle firme + cf è inferiore alla percentuale dei relativi importi (ad esempio per gli enti di volontariato nel 2009 l'89% delle firme + cf ha portato il 90% da fondo diretto). Cosa vuol dire? Molto probabilmente si può imputare questa divergenza al fatto che le persone con redditi più alti effettuano la scelta a chi destinare il 5 x mille in modo più razionale, informandosi e tenendo in considerazione il cf, mentre chi ha redditi più bassi, sente l'esigenza di destinare il suo 5 x mille, ma probabilmente non è particolarmente informato e indica solamente il settore (questa tendenza si può riscontrare anche nella donazione media per firma: per la firma + cf nel 2009 a favore degli enti di volontariato ha ottenuto poco meno di 28€ mentre per le semplici firme senza cf scende a 24€).
Variazioni degli importi su base annua
Come si può vedere dal foglio di excel questa analisi è molto ricca di risultati. I principali sicuramente indicano che:
- tra il 2006 e il 2009 sono stati gli enti di volontariato a registrare un incremento maggiore (+33%) mentre il peggior risultato è rappresentato dai comuni (-65%);
- le tre principali categorie nel 2009 sono rimaste stabili rispetto l'anno precedente oppure hanno chiuso con un leggero ribasso (ricerca sanitaria -7%). A controbilanciare questo trend ci sono le associazioni sportive dilettantistiche che hanno registrato una crescita del +250% (va considerato che nel 2008 la maggior parte erano state escluse per vizi nella presentazione della richiesta di ammissione).
Variazioni delle firme su base annua
Anche in questo caso l'analisi riporta moltissimi dati interessanti. I principali sono:
- rispetto il 2006 è la ricerca sanitaria che ha ottenuto un maggior incremento di firme totali (+28,9%), quasi uguale agli enti di volontariato. Il "cucchiaio di legno" se lo aggiudicano i Comuni con una diminuzione del 70%;
- è interessante sottolineare come l'unica categoria che ha perso firme nel 2009 sia quella legata alla ricerca sanitaria (-3%);
- tra gli enti di volontariato hanno registrato un trend di crescita maggiore le firme senza cf (+11% tra 2008 e 2009), mantenendo comunque un ruolo percentuale marginale rispetto alle firme + cf;
- negli enti di ricerca scientifica e sanitaria il trend è opposto, partendo da una situazione in cui le firme senza cf rappresentavano una percentuale importante (soprattutto nella seconda), negli anni la situazione si è riequilibrata (nella ricerca sanitaria c'è stata una diminuzione delle firme senza cf dell'8% dal 2007 al 2008 e del 13% dal 2008 al 2009).
Il podio per ogni categoria
Se si analizzano le prime tre organizzazioni di ogni categoria, ci si accorgerà che i nomi sono gli stessi in tutti e quattro gli anni (ad eccezione delle società sportive dilettantistiche). Alcune osservazioni:
- l'organizzazione sicuramente più rilevante è AIRC che nei quattro anni ha portato a casa quasi 188 milioni di euro (pari ad 1/8 dell'intero valore compressivo del 5 x mille nel periodo), mentre la seconda e la terza (rispettivamente la Fondazione San Raffaele del Monte Tabor e Medici Senza Frontiere) si sono fermati a poco più del 2%;
- negli enti di volontariato si può vedere che la competizione è molto agguerrita, le prime tre portano a casa non più del 3,5% annuo della categoria (per analogia si potrebbe dire che siamo in un libero mercato).
- nella ricerca scientifica e universitaria, a farla da padrona è l'AIRC, che ogni anno si aggiudica più del 50% del totale di categoria mentre le altre non superano il 5-6% (per analogia si potrebbe dire che siamo in un quasi-monopolio);
- nella ricerca sanitaria invece poche organizzazioni (le prime 5) assorbono più della metà delle risorse disponibili (per analogia si potrebbe dire che siamo in un oligopolio)
- per le associazioni sportive dilettantistiche i dati sono pochi ma la ripartizione tra le varie organizzazioni è molto frammentata (la prima non copre neanche l'1% del totale di categoria);
- le grosse differenze tra le organizzazioni dipendono anche in parte dal diverso perso nella ripartizione del fondo comune in base alla categoria di appartenenza (nella ricerca sanitaria le prime guadagnano quasi di più dal fondo comune che non dal fondo diretto).
Alcune riflessioni finali
Come potete vedere i dati stanno cominciando a formare una buona serie storica e permettono di effettuare dei confronti e delle analisi approfondite. Ci sono alcune riflessioni generali che bisognerebbe tenere in considerazione quando ci si prepara a fare al campagna di sollecitazione del 5 x mille:
- nella categoria degli enti di volontariato la competizione è fortissima, l'unico modo per ottenere un importo di una certo peso consiste nel veicolare fortemente il proprio codice fiscale e far si che venga inserto nelle dichiarazioni dei redditi;
- nella categoria della ricerca sanitaria bisogna prestare molta attenzione, fino ad ora anche senza un grosso sforzo comunicativo soprattutto le medio grandi organizzazioni hanno potuto beneficare di una generosa ripartizione del fondo comune. Purtroppo l'aria sta cambiando e diventa sempre più importante investire per trasmettere il proprio cf e farsi riconoscere dai donatori;
- nel settore della ricerca scientifica e universitaria la situazione è simile agli enti di volontariato. Ad eccezione di AIRC, le altre onp devono lottare in un contesto competitivo;
- ogni volta che si parla di competizione tra organizzazioni significa che le onp devono lottare per convincere sempre più persone e spartirsi una fetta di torta più piccola;
- come si può intuire, le riflessioni fatte nel post precedente senza i dati del 2009 non si discostano di molto dal nuovo quadro e restano tuttora valide;
- IMPORTANTE: i dati si riferiscono al redditi del 2008 quindi non includono ancora l'influsso negativo della crisi (scoppiata alla fine dell'autunno 2008). Sicuramente per il 2010 ci si dovrà aspettare risultati più bassi... speriamo di essere smentiti.
La vostra organizzazione come è andata? Sicuramente ci sono molteplici ulteriori riflessioni che si possono fare, lo spazio è poco ma ci sono sempre i commenti a disposizione! Voi come interpretate questi dati?